A Montafia, per la festa del paese, era stato innalzato l'albero della cuccagna, con molti bei premi. Consisteva in un tronco altissimo, liscio e unto, difficilissimo da scalare. Molti giovani avevano inutilmente tentato la prova, scivolando a terra tra le risate generali. Giovanni studiò bene le difficoltà; poi, risoluto e calmo, volle tentare. Iniziata la scalata con tranquillità, di tanto in tanto si fermava a prendere fiato sedendosi sui calcagni. La gente ridacchiava, aspettando di vederlo scivolare giù da un momento all'altro, ma Giovanni saliva sempre più in alto. Allora si fece un silenzio pieno di attesa.
D nuovo edificio fu iniziato nell'autunno inoltrato del 1852. Si procedette a tutta forza, ma presto cominciò il brutto tempo. L'acqua diluviò per giorni e notti — scrisse Don Bosco. — Nella mezzanotte del 2 dicembre si udì un rumore violento. Erano le mura che cadevano rovinosamente. Don Bosco disse ai ragazzi: È uno scherzo del diavolo. Con l'aiuto di Dio e della Madonna ricostruiremo tutto. Ciò si verificò puntualmente nell'estate 1853. I ragazzi poveri premevano alle porte dell'Oratorio. Ne furono accettati 32 nel 1852, 76 nel 1853, 115 nel 1854. A questo punto Don Bosco fece un altro atto di coraggio. Al posto della vecchia casa Pinardi elevò un nuovo edificio a tre piani. Nel 1860 furono così accettati 470 ragazzi interni.
Sulla costa ligure, Don Bosco apre il suo terzo collegio: Alassio. Egli sta imprimendo una svolta decisiva alla Congregazione nata per gli Oratori. Perché? È in atto una grave crisi religiosa. La classe dirigente politica impone all'Italia una legislazione anticattolica e una scuola anticlericale. Con uno sforzo immane, per salvare la fede delle nuove generazioni, i cattolici aprono scuole cattoliche per i figli degli operai e dei contadini. Don Bosco si inserisce in questo sforzo, e nel giro di pochi anni i suoi Salesiani diventano specialisti del collegio per ragazzi del popolo.